Tour Estivo 2000

Dopo la consueta anteprima del tour, questa volta a Longiano il 27 giugno all'Arena Petrella, il 29 giugno e' partito il TOUR ESTIVO di Ivano Fossati che ha inaugurato la rassegna ExtraTorino nella splendida cornice del parco della Palazzina di Caccia di Stupinigi (TO).
Rispetto al tour teatrale questo nuovo spettacolo presenta molte novita'. A cominciare dall'intera struttura (palco, impianti audio e luci) che sono stati adattati alla versione "sotto le stelle" che caratterizza questa nuova avventura.
Ma e' soprattutto la scaletta l'elemento forte di novita'. Intanto scopriamo nuove versioni, nuovi arrangiamenti di brani ormai classici del repertorio. Sono stati inseriti inoltre alcuni brani esclusi dal tour teatrale. Tra questi vanno segnalati i tre episodi tratti da Macrame': "L'orologio americano", "L'angelo e la pazienza" e "La scala dei santi", riscoperte e rinnovate. E la ripresa di una canzone mai incisa in studio e che ha trovato il suo spazio solo dal vivo, la bellissima "Carte da decifrare", uno dei migliori testi italiani degli ultimi anni.
Il tour proseguira' fino a settembre.

Le date:

29 giugno
1 luglio
4 luglio
6 luglio
10 luglio
12 luglio
13 luglio
19 luglio
20 luglio
27 luglio
29 luglio
5 agosto
6 agosto
8 agosto
10 agosto
23 agosto
25 agosto
29 agosto
2 settembre
5 settembre
6 settembre
STUPINIGI (TO)
VENEZIA
TIVOLI (RM)
PRATO (FI)
BOLLATE (MI)
SALO' (BS)
ALESSANDRIA
UDINE
COMO
SALERNO
LORETO (AN)
PESCARA
NAPOLI
ORBETELLO (GR)
MARATEA (PZ)
ROMA
VARAZZE (SV)
SPELLO (PG)
ST. VINCENT (AO)
TREVISO
MILANO
Residenza di Caccia
Palagalileo
Villa Adriana
Piazza San Francesco
Villa Arconati
Giardini del Liceo
Castello di Marengo
Castello
Piazza Cavour
Arena del mare
Piazza Giovanni XXIII
Arena Ex-Gaslini
Cortile Maschio Angiolino
Parco dell'Idroscalo
Marajazz
Ippodromo delle capannelle
Campo sportivo
Villa Fidelia
Palatenda del Casinò
Piazza dei Signori
Idroscalo


Giovedì 13 Luglio, Alessandria
Ivano Fossati in concerto.
di Massimiliano Aramini

Le canzoni:

Anime salve
La pianta del tè
La mia giovinezza
Invisibile
La disciplina della terra
Il treno di ferro
Carte da decifrare
La pioggia di marzo
L'orologio americano
L'angelo e la pazienza
Panama
Una notte in Italia
Mio fratello che guardi il mondo
La costruzione di un amore
Questi posti davanti al mare
Vola
La musica che gira intorno
I treni a vapore
Lindbergh

Si sente spesso dire che occorre separare l'uomo dall'artista, la vita quotidiana dalla vita artistica. Io non credo molto a queste barriere che reputo artificiose, penso piuttosto che anche il prodotto più alto di ogni tipo di arte nasca sempre da un confronto con le persone che si incontrano (o si abbandonano) e con le piccole e grandi cose con le quali si ha a che fare che viste dall'occhio di chi ha quell'indefinibile intuizione (spesso chiamata talento) che permette di scorgere in esse simboli e significati  che sfuggono in più.
Ci sono poi persone, e Fossati è tra queste, per le quali una divisione tra uomo e artista (ma lui preferirebbe definirsi artigiano) è ancora più inopportuna. Il suo modo di porsi nei confronti del pubblico, le poche parole dette tra una canzone e l'altra, i piccoli gesti fatti senza ostentazione - come il sospiro sul finale di Vola - costituiscono un filo che collega le canzoni alla vita del loro autore in una coerenza particolare che si configura non come un percorso senza intoppi, ma come un viaggio nel quale si ritorna spesso in "paesi" già visti per trarne nuovi dettagli, per scrivere nuove storie, per rivivere, qualche volta anche a malincuore, certi luoghi, come accade con Carte da decifrare.
Il concerto diventa così il luogo dove si incontrano fotografie più o meno nuove che vale la pena portare con sé (La  Disciplina della terra, Anime salve, Treno di ferro.) o riprendere in mano dopo averle tralasciate per un po' (come la ripresa di alcune canzoni di Macramè, album assente nei concerti invernali), e paesaggi nei quali muoversi con familiarità (La costruzione di un amore, La musica che gira intorno, Lindbergh.). Anche la musica segna un viaggio di scoperte, il violencello di Martina Marchiori che ha anche il compito di aprire il concerto, e ritorni, la chitarra di Porciello con un ruolo sempre più definito, una ripresa di alcuni elementi degli arrangiamenti originali come in Panama. Un viaggio nel quale purtroppo può accadere che qualcosa si perda: la vena umoristica e la chitarra elettrica che Fossati aveva portato con sé nella tournée teatrale e che, non a caso, se ne sono andate insieme così come alcuni interessanti esperimenti (Besame mucho, Ragazzo mio). Un viaggio che però dà l'impressione di continuare come lo stesso Fossati afferma in Lindbergh, ultima canzone del concerto: "e la voglio fare tutta questa strada fino al punto esatto in cui si spegne".
di Massimiliano Aramini

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Ivano Fossati
10 luglio
Castellazzo di Bollate Villa Arconati

In una serata piovosa, quasi autunnale, Fossati apre il concerto del suo tour estivo con Anime salve, il brano composto a quattro mani con Fabrizio De André. Dopo la scomparsa dell'amico fragile, Fossati è oggi indiscutibilmente il più autorevole rappresentante di una certa tradizione cantautorale italiana. E lo sviluppo del concerto dimostra quanto sia meritato questo ruolo: grandi canzoni eseguite con passione e senza sbavature. L'unica concessione all'improvvisazione sono alcune svisate introduzioni al pianoforte, in cui Fossati sembra fare un po' il verso a Keith Jarrett. All'ultimo disco La disciplina della terra viene dedicato solo lo spazio di quattro canzoni, eseguite in sequenza ad inizio concerto. Per il resto, il genovese imposta magistralmente il concerto, affabulando e misurando le parole, scegliendo le sue canzoni più belle di sempre, da Una notte in Italia a Vola e La musica che gira intorno.
(da Musica! di Repubblica del 27 luglio 2000)

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Il tour estivo di Ivano Fossati da' fiato al futuro
E' ripresa "con un vestito tutto nuovo" la tournée di Ivano Fossati. Il suo palco in questa stagione esce dai teatri e plana accanto a ville e monumenti. Il concerto all'aperto, soprattutto nel caso di questa musica "nobile" anche se leggera, perde in parte il suono pulito e l'atmosfera corale eppure raccolta del teatro. In questo caso pero' ripaga con scenari suggestivi (che prendono il posto della poco convincente scenografia di Ugo Nespolo) e perfino un po' di liberta' di cantare. I "fratelli musicisti" che accompagnano il cantautore genovese, invece, sono gli stessi della formazione mista un po' da camera (violoncello) e un po' rock (chitarre elettriche) che ha sostituito la collaudatissima precedente. In alcuni brani il violoncello ha donato sinuosita' e timbri veramente preziosi, ma dobbiamo dire che in moltissimi si rimpiange l'arpa celtica di Vincenzo Zitello e soprattutto gli inconfondibili, micidiali fiati di Mario Arcari. Anche Fossati e' ancora sulla lunghezza d'onda di quest'ultimo periodo: sereno, generoso, si diverte e fa divertire senza pregiudicare la profondita' e l'intensita' di quello che canta, suona e dice. La prima tappa del tour e' stata nel parco della Palazzina di Caccia di Stupinigi (TO). Ad eccezione di qualche problema nell'amplificazione, dovuto a un mancato sound-check e risoltosi dopo pochi brani, il concerto e' parso piu' compatto rispetto alla versione invernale. In questo caso, infatti, Fossati si e' mosso su un terreno piu' sicuro. Ha ripassato l'ultimo album "La disciplina della terra", ha abbandonato fra le altre le cover di di "Besame mucho" da Petrucciani e di "L'amore con l'amore si paga" (che preferiamo decisamente nelle versioni originali) e ha riaperto la porta a "Carte da decifrare", a "Panama" e all'album "Macrame'", da cui ha tratto per la prima volta dal vivo "La scala dei santi", una delle sue canzoni piu' belle e autobiografiche. Fra i classici riproposti la migliore versione de "La pianta del te'" (che ha lasciato i fiati andini e le arpe per circondarsi di suggestioni afro fra percussioni secche e cori di bambini) e la trascinante, serena, liberatoria "La pioggia di marzo" di Jobim. Una nota a se' la merita "Una notte in Italia": questo, che e' il suo capolavoro, ha assunto una dimensione aerea e commovente. E' una canzone su una notte che si rincorre fra amori copiati, grandi solitudini e musica leggera; una canzone che, sentita e vissuta con le luci di un paio di aerei li' sopra e qualche nuvola a nord, e' stata una radiografia commovente dei nostri sentimenti e dei nostri tempi, talmente intensa da lasciarci sperare veramente in un "futuro che arriva a darci fiato". E "tutto questo e' gia' piu' di tanto".
Sull'ottimo sito non ufficiale http://www.dodo.to date e luoghi del tour, discografia, news, link, una mailing list e molto altro.
(da POSTAGRATIS - luglio 2000)